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d'arte


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"Manifattura"


IL LAVORO CHE ENTRA IN OGNI SCARPA

Chi è
Antonio Minò

La storia di Antonio Minò è a dir poco appassionante. Combatté nella Seconda guerra mondiale. Una volta finita la guerra, dové tornare a casa a piedi. Per raggiungere la sua Toscana fu costretto a vendere ciò che aveva di più caro: il suo orologio. Nella cittadina di Poggibonsi, a metà strada tra Siena e Firenze, incontrò Valeria, l’amore della sua vita. Lì creò le sue prime calzature. Trasformò un vecchio cinema in una bottega artigianale dove ogni giorno produceva nuove paia di scarpe. La sera la bottega ridiventava cinema: Antonio, usando un lenzuolo come schermo, vi proiettava i film. Ben presto tutti cominciarono a collegare Poggibonsi con il cinema e le scarpe di Antonio. Ormai era divenuto una celebrità.

L’incontro di
Antonio con Ekaterina?

Ekaterina aveva 28 anni quando fece conoscenza con Michela, la persona che rilevò l’attività di Antonio, ormai giunto all’età della pensione. Antonio, impeccabile nello stile, continuava a passare qualche ora al giorno nell’atelier, voleva vedere come procedeva il lavoro. Non è mai stato geloso del suo mestiere, anzi lo insegnò al meglio ai suoi successori, Michela e Franco, che a loro volta lo insegnarono a Ekaterina, che lavorava lì. Oltre alle calzature iniziarono a proporre i capi del brand toscano Capalbio. Passarono alcuni anni ed Ekaterina si trasferì in Bulgaria, portando con sé, oltre all’arte, l’ottimistico messaggio di Minò, che era solito dire: tutto andrà bene.